“Non cosi umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in Oro”
Galla Placidia
Sulle ridenti colline tra le città di Cesena e Forlì un piccolo ed accogliente borgo conosciuto per il dolce vino dorato che vi si produce, guarda il mare Adriatico e nelle sere d’estate é illuminato da un manto di stelle argentate, il suo nome è Bertinoro. Attraversando la via Emilia, antica strada maestra romana, lo si scorge tra i rinomati vigneti che ad ogni stagione restituiscono magici colori. La storia di questo luogo si lega infatti da secoli all’amabile Albana che qui si produce grazie ad un terreno caratterizzato dallo spungone romagnolo che crea quel microclima ideale in grado di dare struttura e colore alle viti da cui deriva la qualità dell’uva considerata la migliore tra le bianche. In ogni tavola romagnola che si rispetti troverete questo amabile vino!
Il suo colore ambrato, il gusto dolce e delicato conquistarono già anticamente i romani tanto da far parlare di sé Plinio il Giovane e il Vecchio i quali ce l’hanno descritto come eccellente e di pregio. Ma la testimonianza più nota e celebrata fu quella della Principessa e futura Imperatrice Galla Placidia che contribuì a dare origine anche al nome del borgo oggi tra i più belli d’Italia. Visitando il suo mausoleo ne ammiriamo ancora oggi il cielo stellato della cupola… e chissà se durante i suoi viaggi Galla abbia voluto immortalare anche le stelle meravigliose che sopra il cielo di Bertinoro sembrano ancor più lucenti.

Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e potessimo tornare ad un giorno d’autunno di un anno tra il 425 e il 450 D.C. e fossimo fortunati, magari incroceremo una portantina romana meravigliosamente agghindata con un seguito di guardie e soldati che conducono da Roma a Ravenna la principessa romana figlia di Teodosio il grande. Galla Placidia durante il viaggio volle godere delle amene colline e approfittando della generosa accoglienza di quelle terre degustó il dolce ambrato nettare definendolo degno di essere bevuto in una coppa d’Oro…Berti in Oro.
Tanti secoli sono trascorsi e l’Albana di Romagna rappresenta un fiore all’occhiello della produzione vinicola e il primo vino bianco in Italia ad aver ricevuto il riconoscimento DOCG nel 1987, grande onore per un classico vino del contadino, torbido, iper-profumato, ossidato e dolce fino allo svenimento. Oggi, il cru più famoso e vocato di tutta la Romagna sta vivendo una seconda giovinezza, con i vignaioli che hanno appena iniziato a scoprire quante soddisfazioni possa dare questo antico vitigno, che ha contribuito anche a valorizzare uno dei Borghi più belli d’Italia.

Bertinoro è del resto conosciuto anche come il Paese dell’accoglienza per via dell’insolita colonna posta al centro della Piazza del Comune e detta Colonna dell’ospitalità poiché i forestieri che giungevano sul borgo, legando i loro cavalli ad una delle “anella” ancora oggi visibili, acquisivano il diritto di essere ospitati dalla famiglia alla quale l’anello apparteneva. La tradizione vuole che lo scopo di questa usanza derivasse per evitare le dispute fra famiglie che ambivano ai rari forestieri dai quali potevano apprendere notizie aggiornate su quanto accadeva in città fornendo un po’ di gossip al piccolo borgo di Bertinoro.
Nella parte più alta del colle, si scorge la bella rocca che risale all’alto medioevo, costruita dalla famiglia Malatesta per la difesa del territorio circostante, grazie al sistema di fortificazioni, costituito da mura e torrioni che la resero quasi imprendibile. Numerosi nel corso dei secoli gli ospiti illustri, a partire da Federico I di Svevia, Cesare Borgia che nel ‘400 ottenne il feudo di Bertinoro dal padre Papa Alessandro VI e i fine il sommo poeta Dante, a lungo ospite dei signori di Polenta, che nel 14° canto del Purgatorio fa dire tristemente a Guido: «O Bertinoro, ché non fuggi via poi che gita se n’è la tua famiglia e molta gente per non essere ria?».
Godete dunque appieno dell’Albana a Bertinoro sostando una sera d’estate affacciati da questo balcone naturale, iniziate con uno sfizioso aperitivo a base di fritti dell’Adriatico, pesce povero ma di prima qualità, continuate con una bottiglia da vendemmia tardiva caratterizzata da fresche e pungenti note di zafferano, che si sposa bene ai primi conditi con sughi di carne come i celebrati tortelli romagnoli. Infine l’accostamento noto a tutti i romagnoli: Albana dolce o amabile con la classica ciambella o la pasticceria secca e di tipo passito con scaglie di formaggio di Fossa, qualche acino d’uva bianca e noci.

Buon Appetito!