“Stènlio, sei sempre il solito stùpido!”
Stanlio
Chiunque arrivi a Los Angeles per la prima volta cercherà sicuramente la tanto nota collina firmata Hollywood, chiunque si muova nei dintorni di Cesena non sa che esiste una collinetta lungo la strada che conduce in campagna, chiamata Belvedere, che ha una stretta relazione con quella losangelina. A fare da trait d’union tra le due location è un celebre personaggio del cinema muto internazionale conosciuto con lo pseudonimo di Monty Banks alias Mario Bianchi. Oggi su quella collina la sua memoria è stata splendidamente riportata alla luce attraverso il restauro conservativo della struttura dove lui trascorreva momenti di relax di ritorno dagli States: Villa Monty Banks splendido resort in stile anni ‘30 con ristorante gourmet e azienda agricola. Cesena, dalla villa si vede dall’alto, in un silenzio che avvolge il parco, con cipressi antichi riportati al respiro. È la stessa vista che spinse Monty Banks a scegliere quel posto come sua residenza, ma oggi quando si giunge alla dimora ad accoglierci è Erika Galbucci ottima padrona di casa che assieme al marito Michele, hanno ristrutturato e reso questo luogo ameno ai turisti, oltre che ai cesenati. Un lavoro attento di ristrutturazione, basato su un equilibrio tra contemporaneità e storia, linee precise, arredamenti misurati, di gran classe e leggerezza. E poi tanta luce, che penetra dallo splendido scalone affacciato sul giardino, qui ogni sera il cielo restituisce tramonti che si riflettono sul marmo degli interni. È un luogo di grande eleganza italiana, sobria e raffinata che si coglie in ogni ambiente come l’american bar e il ristorante, tutti arredati con oggetti d’arte, tele, pezzi di design e una incredibile collezione di bonsai. La cucina è una scoperta tutta romagnola rivisitata in chiave moderna ma rigorosamente a km 0. Se Monty potesse tornarci apprezzerebbe certamente questo connubio tra passato e presente, il legame tra la sua romagna e gli americani che trovano qui un pezzo di pace.

Mario divenne celebre all’epoca del cinema muto come attore, regista e ballerino. Dopo una prima apparizione sullo schermo nel 1916, si trasferì in Gran Bretagna e qualche anno più tardi incontrò Gracie Fields, attrice e cantante di varietà, che sposó divenendo anche interprete di alcuni dei suoi film. Proprio il grande maestro Alfred Hitchcock gli fece da testimone.
Fu davvero un self made man nato da famiglia di povera gente che gestiva in città un’osteria e un negozio di frutta e verdura. Fin da giovanissimo fu vivace e dinamico tanto che decise di unirsi ad un circo, per tentare una vita migliore. Soggiornò in Francia e in Inghilterra, per poi dirigere lo sguardo verso l’Atlantico alla volta delle Americhe: aveva 17 anni. Ci fu la dura gavetta con vari lavori fino a quando un talent scout lo notò mentre stava scherzando con alcuni coetanei. Un documento fotografico del 1918 lo mostra nei panni di un messicano al fianco del noto attore Roscoe Arbuckle, detto “Fatty”, e proprio su suo consiglio, l’intraprendente Mario decise di americanizzare il proprio nome, scegliendo lo pseudonimo di Monty Banks. Portava un paio di baffetti a triangolo secondo la moda del tempo.

Esordì in una serie comica di due bobine, girate a basso costo che riscossero un notevole successo. Girò film come The Covered Shooner, Taxi, Please, The Boy in Blue e soprattutto Rancing Luck dedicandosi poi alla produzione in compartecipazione con i fratelli Warner. Fondò anche una propria etichetta: la The Monty Banks Pictures Inc. Messo sotto contratto dalla Pathè venne collocato all’altezza di mostri sacri come Loyd, Chaplin e Keaton. La sua era una comicità universale, in grado di arrivare a tutte le fasce di pubblico.
Il legame con la Romagna fu negli anni a seguire mantenuto saldo e così, in occasione di un viaggio, decise di acquistare “il Belvedere” poi Villa Bianchi. La villa venne costruita nel 1939 sotto la guida dell’architetto Gualtiero Pontoni, con chiare influenze britanniche e con uno stile inconsueto sia per il territorio romagnolo che per l’architettura italiana dell’epoca. Mario continuava intanto la sua carriera di cui l’ultima regia risale al 1941 quando diresse l’indimenticabile coppia comica di Stan Laurel e Oliver Hary, ovvero Stanlio e Ollio, nel film Great Guns. Pare che sull’ telefonico di Cesena, certamente per un banale errore sostituzione, comparve ininterrottamente fino al 1972, 22 anni dopo la sua morte. Quando si dice fama immortale!

Se mai passerete da Cesena, ricordate dunque che soggiornare nella dimora storica Villa Monty Banks sarà un po’ come stare a casa della celebre star che la scelse come luogo di villeggiatura, per trascorrere periodi di riposo e relax. Oggi dalla piscina sul retro della casa si possono trascorre attimi indimenticabili a due passi dal centro cittadino. Magari bevendo un ottimo Sangiovese o gustando un raffinato cappelletto nei tavoli all’aperto. Il menù è infatti saggiamente improntato sui sapori dell’orto e spazia dai piatti di carne a quelli di pesce.
Ottimo il Porcino con crema di mandorle, mandorle crude e gel di limone: integro e pieno l’aroma del fungo, accompagnato morbidamente dalle mandorle e rinfrescato dal limone in purezza. Sono tre ottimi gli vini che provengono dalle tenute: Sceriffo (Sangiovese Superiore 2018), Grande Banks (Sangiovese Riserva 2016) e 18/07 (Trebbiano Metodo Classico extra Brut), pensati per essere proposti esclusivamente all’interno della Villa.
Dal mare alla collina dunque… a proposito, la riconoscerete subito la Belvedere, poco fuori Cesena, e d’un tratto sarà come vedere un pezzetto di Hollywood.